Le operazioni di crociera internazionali non sono interessate dal divieto del CDC perché non rientrano nella sua giurisdizione. Pertanto, sono interessati solo i viaggi verso, da o all’interno delle acque territoriali statunitensi.

Tuttavia, nel documento che proroga il divieto CDC fino alla fine di settembre, si stabilisce chiaramente che le navi che operano al di fuori degli Stati Uniti non possono entrare in nessuna via d’acqua nelle acque territoriali degli Stati Uniti, né possono attraccare in nessun porto degli Stati Uniti finché il divieto CDC rimane in vigore.

Quali progressi sono stati fatti per riprendere le operazioni di crociera?

Il CDC ha dichiarato che, a partire dal 14 marzo 2020, ha impiegato circa 38.000 ore per sviluppare misure di risposta per combattere il COVID-19 sulle navi da crociera. Il CDC ha inoltre dichiarato che anche altre agenzie governative con responsabilità nell’area, tra cui quelle che si occupano di salute e servizi umani, hanno investito migliaia di ore per lo stesso scopo.

Inoltre, il CDC afferma che “la nostra organizzazione continua ad avere conversazioni regolari, sia per telefono che per e-mail, con gli operatori delle compagnie di crociera”. Il CDC, tuttavia, attribuisce gran parte della responsabilità del divieto di crociera prolungato agli operatori di crociera, citando una miriade di violazioni dei protocolli di allontanamento sociale durante il periodo di divieto delle crociere. Il Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie ha anche criticato i tentativi di diversi operatori di trasferire il personale al di fuori delle acque territoriali statunitensi, notando che solo una compagnia di crociere – la Bahamas Paradise – ha soddisfatto i criteri stabiliti per il rimpatrio legale dell’equipaggio. Al contrario, quando il CDC ha vietato il rimpatrio per via aerea, diversi operatori, tra cui Royal Caribbean e Celebrity Cruises, hanno utilizzato isole private di loro proprietà alle Bahamas per inviare i membri dell’equipaggio nei loro Paesi d’origine. Altre situazioni critiche individuate dal CDC sono state “la presunta inosservanza dei protocolli di allontanamento sociale, i trasferimenti non autorizzati dell’equipaggio quando non si trovava nelle acque territoriali degli Stati Uniti, la mancata presentazione dei dati di sorveglianza settimanali (tramite il modulo EDC), la mancata fornitura ai membri dell’equipaggio di una cabina privata con servizi igienici propri, la mancata organizzazione di incontri sociali a bordo delle navi, la mancata chiusura di tutti i bar, saloni o altre strutture comuni per l’equipaggio”.

Molte di queste raccomandazioni sarebbero difficili da rispettare sulle navi, soprattutto perché il morale dell’equipaggio è basso e le operazioni di rimpatrio richiedono molto tempo.

Negli Stati Uniti, i casi di infezione da COVID-19 aumentano di 63.000 al giorno. Il CDC sottolinea che dal 1° marzo al 10 luglio sono stati segnalati 2.973 casi di COVID-19 (o sintomi simili) a bordo di navi da crociera, oltre a 34 decessi.

Pertanto, la mancanza di consenso tra gli operatori delle navi da crociera e la necessità per il settore di intensificare gli sforzi aggiuntivi per riprendere in sicurezza le operazioni con i passeggeri è un capitolo a parte nel documento redatto dal CDC il 16 luglio, quando ha esteso il divieto alle navi da crociera.

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