Il 5 agosto la Giordania riapre le frontiere ai visitatori di alcuni Paesi, uscendo da una delle situazioni di stallo più difficili del Medio Oriente. Le frontiere e gli aeroporti internazionali erano chiusi da marzo.

Come per altre destinazioni, la Giordania utilizza un sistema di semafori verdi, gialli e rossi per indicare quali visitatori potranno entrare nel Paese senza dover imporre la quarantena. All’apertura iniziale, i passeggeri dei Paesi “verdi” provengono da Austria, Canada, Cina, Cipro, Danimarca, Estonia, Georgia, Germania, Groenlandia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malesia, Malta, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Svizzera, Taiwan e Thailandia. I visitatori saranno autorizzati a partire dalla prossima settimana, anche se l’elenco è ancora in evoluzione e potrebbe cambiare. L’elenco è redatto dal Ministero della Salute e sarà aggiornato ogni due settimane.

A causa del rapido blocco della Giordania, il paese ha registrato il minor numero di casi di coronavirus nella regione, con solo 11 decessi e 185 casi attivi al momento, il che significa che i requisiti per l’ingresso sono severi. I passeggeri devono sottoporsi a un test PCR 72 ore prima del volo per la Giordania e a un altro test all’arrivo. La Commissione di regolamentazione dell’aviazione civile ha dichiarato che il secondo test potrebbe essere cancellato se tutto va bene nella prima settimana di riapertura.

A giugno sono state abolite le restrizioni al turismo interno nei luoghi di interesse del Paese, compresa l’antica città di Petra. Le maschere facciali sono obbligatorie e i visitatori devono rispettare le regole sulla distanza. Il turismo rappresenta quasi il 15% del PIL della Giordania e dà lavoro a circa 100.000 persone. L’anno scorso il Paese ha registrato un record di 5,3 milioni di visitatori.

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