Il governatore delle Hawaii David Ige ha dichiarato ieri che è improbabile che l’Aloha State riapra ai viaggiatori transpacifici il 1° ottobre come precedentemente previsto.

Parlando con l’Honolulu Star-Advertiser, Ige ha detto che il suo ufficio pubblicherà nel corso della settimana un calendario rivisto di quando le Hawaii potrebbero ricominciare ad accettare gli arrivi transpacifici.

Il governatore ha spiegato di aver incontrato i leader dell’industria turistica lo scorso fine settimana per discutere i passi necessari per riportare i visitatori stranieri alle Hawaii.

“Parlando con diversi specialisti del settore turistico abbiamo deciso che probabilmente non riapriremo le frontiere il 1° ottobre, ma nei prossimi giorni forniremo un piano migliore per programmare le date”, ha dichiarato.

Ige ha illustrato la nuova applicazione digitale Viaggiare sicuri alle Hawaii (obbligatorio per i visitatori), lanciato all’inizio di settembre come uno dei primi passi per riavviare un turismo sicuro.

Altri protocolli, come l’opzione del test prima del viaggio al posto della quarantena, contribuiranno a snellire il processo di prevenzione dell’ingresso di una nuova infezione nello Stato; ma Ige ha dichiarato che gli hotel e le aziende turistiche delle isole gli hanno comunicato che probabilmente avranno bisogno di almeno un mese per prepararsi alla riapertura.

È la terza volta che il governatore rinvia la data di riapertura delle Hawaii alla luce delle condizioni della COVID-19 e ritarda l’avvio del programma di pre-test, che originariamente doveva entrare in vigore il 1° agosto.

Riguardo alle restrizioni più severe attualmente imposte a Honolulu, che ad agosto ha registrato un picco di casi di COVID-19, Ige ha dichiarato di comprendere le frustrazioni dei residenti per l’ordine del sindaco Kirk Caldwell di limitare le attività all’aperto ai soli individui, ma di sostenere la decisione del sindaco.

“Il sindaco ha ritenuto che ci fosse bisogno di una linea guida da far rispettare su spiagge, parchi e sentieri e ha deciso che le attività devono essere individuali per rispettare la distanza fisica”, ha detto Ige.

“Si tratta di cambiare il nostro comportamento in modo da aiutarci a combattere il virus. E, come sapete, alcuni di questi interventi sono di breve durata, in modo da ridurre il numero di casi”.

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